Onorificenza dell’Accademia dei Bronzi al Presidente del Caffè Quasimodo

Onorificenza dell’Accademia dei Bronzi al Presidente del Caffè Quasimodo di Modica,
Domenico Pisana
E’ stata assegnata dalla giuria della 1ª edizione del premio internazionale “Lady/Lord of Poetry”, al
quale hanno aderito centinaia di poeti con 800 opere complessive
Onorificenza poetica al Presidente del Caffè Letterario Quasimodo di Modica Domenico Pisana, da
parte della Nuova Accademia dei Bronzi di Catanzaro.
La giuria della 1ª edizione del premio internazionale “Lady/Lord of Poetry”, al quale hanno aderito
centinaia di poeti con 800 opere complessive, ha incluso il poeta modicano tra i primi dieci
classificati destinatari di Targhe d’onore previste dal regolamento del Premio, scegliendo la sua
lirica inedita “
In compagnia del silenzio
” con questa motivazione:
il silenzio dà ristoro e pace in
una dimensione intima che permette ai sensi e al pensiero di dipanarsi in realtà altrimenti occultate
dallo scorrere impetuoso della vita,
che sovreccitano i sensi, impedendo di cogliere quei significati
che emergono esclusivamente nella solitudine del ristoro, laddove il rumore sordo del mondo non
può penetrare”.
La cerimonia di premiazione si è svolta lo scorso dicembre; ampia informazione dell’evento è stata
data dal Quotidiano del Sud.
«Ringrazio – dichiara Domenico Pisana – la Direzione della Nuova Accademia dei Bronzi di
Catanzaro che opera in Italia da oltre un trentennio, per la promozione della cultura sotto la guida
dell’editore e giornalista Vincenzo Ursini, dando vita ad una cospicua produzione, con riferimento
a studi e ricerche di carattere meridionalistico. La Ursini editore ha, infatti, pubblicato centinaia di
testi di saggistica, letteratura, poesia e arte, alcuni dei quali sono diventati importanti punti di
riferimento per l’avvio di ricerche più approfondite da parte di qualificati studiosi. Ricordo che
nella prima fase della mia formazione poetica diede alla stampe nel 1990 la mia terza raccolta
poetica
Oltre il silenzio della parola.”
Domenico Pisana, questi riconoscimenti che le arrivano, testimoniano che la poesia sta
diventando sempre più una componente importante della sua vita. E’ così?
« Direi di si ! Con i miei versi – sostiene Domenico Pisana – cerco di entrare dentro le macerie
interiori della vita per ricostruirla, rianimarla; occorre il passaggio dal poeta che descrive o canta la
vita al poeta che “ri-costruisce e che butta un salvagente per aiutare l’uomo a salvare la vita” come
si legge in alcuni versi di Kahlil Gibran: “La poesia è il salvagente/ cui mi aggrappo/ quando tutto
sembra svanire./ Quando il mio cuore gronda/ per lo strazio delle parole che feriscono,/ dei silenzi
che trascinano/ verso il precipizio…”.
Credo nel poeta ricostruttore, e la cui poesia, nel nostro tempo, è chiamata a suscitare domande di
senso sulla necessità per l’uomo di “ritrovare l’anima” rubata da relazioni di solitudine. E’
all’interno di questa visione che , secondo me, occorre aprire un nuovo orizzonte dentro il quale
orientare la poesia del terzo millennio, quasi con l’intento di determinare il passaggio da una
“poesia elitaria”, cioè letta da pochi, ad una “poesia per tutti” e capace di contribuire ad innalzare il
livello qualitativo dell’uomo del nostro tempo.
Oggi, a mia avviso, c’è bisogno di una poesia che si faccia ponte di unione con la “interioritas” di
chi la legge , che si faccia veicolo capace di dire parole non “sulla” vita, ma “di” vita. Una poesia
che si offra quasi come una sorta di nuovo “veltro” di sapienza, amore e virtù di dantesca memoria,
una via di salvezza, una luce, una speranza, una profezia capace rifare l’uomo dentro».
Di seguito il testo della poesia premiata.
In compagnia del silenzio
Mi nutro del silenzio del vento
che non proferisce parola e parla
di carezze nell’afa estiva, del sorriso
che spezza il lamento della monotonia
e schiude germi di speranza, del mare
che rinfresca la pazienza d’anime deluse.
Mi nutro del silenzio dell’aria
che senza nulla dire alimenta sogni
tra dune di sabbia, della luce che s’inerpica
nei bassopiani della forestale
che mi sta di fronte, dell’acqua che s’accorda
col mio cuore sotto il cielo d’agosto.
Mi nutro del silenzio del tramonto
che disegna i colori della vita sopra pire
d’ombre allungate, dell’alba che sveglia
lo spirito e origlia passi solitari, del sole
che ode il brusio delle palme e accompagna
le ore delle mutazioni corporee.
Mi nutro del silenzio della luna
che allibisce alle notizie di cronaca
nel sonno della notte, piange i morti
nell’anima al sopraggiungere del nuovo giorno.
Mi nutro di silenzio perché gli occhi
e le orecchie si sono stancati
mentre inseguo nuove informi latitudini.
Eleonora Sacco

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