Le poesie di Domenico Pisana nella rivista on line Atunis Galaxy Poetry

La rivista letteraria on line Atunis Galaxy Poetry pone l’attenzione sul Presidente del Caffè Letterario Quasimodo di Modica, pubblicando tre sue poesie insieme ad una nota biografica dell’autore.
Le poesie scelte dalla rivista sono tratte dalla raccolta italo-inglese “Odi alle dodice terre. Il vento, a corde, dagli Iblei, la cui traduzione è stata curata dalla poetessa Floriana Ferro, Dottore di ricerca in Filosofia presso l’Università di Udine; sono poesie dedicate a Modica, città natale di Pisana, e a  illustri personaggi della terra iblea come il Nobel  Salvatore Quasimodo e  Gesualdo Bufalino.

Domenico Pisana la rivista ha scelto la poesia dedicata alla sua città. Quale significato gli dà?
In fondo Modica è la mia storia di vita, la città in cui sono cresciuto e vivo: rappresenta le mie radici che si sono sviluppate in uno dei più antichi quartieri della città: Cartellone, tant’è che i miei studi di scuola elementari li ho fatto a Palazzo S. Anna con lo straordinario Maestro Alfano. La poesia Modica si trova nella raccolta “Odi alle dodici terre. Il vento, a corde, dagli Iblei”, un libro dove i luoghi Iblei non sono pure e semplici ambientazioni, sfondi coreografici, contenitori retorici,  né una opportunità letteraria quant’anche interessante; il mio canto alle dodici terre intende recuperare, descrivere,  esaltare e dare significato ad  una terra plurale, composita (“signorile e rusticana”, direbbe Bufalino), con città, campagne, mare, coste dalle peculiarità individuali ben definite; i luoghi da me individuati e cantati nelle Odi  ricompongono , attraverso la mia sensibilità e il mio sentire poetico, i tratti distintivi, fondativi, identitari di una terra, di una civiltà; a Modica dedico nel libro diverse poesie in cui esalto valori, bellezze, paesaggi, architettura e tradizioni, lasciando nel lettore una sorta di dialettica poetica tra storia e memoria.
MODICA

I sing of your name
in the town where the sun is a dream
and the sea an everlasting wish;
I feel the pride of my Fathers
who carved and shaped the stone,
the clock of the Castle overlooking the Corso
having been silent for centuries.

I sing of the Baroque marquetry of your alleys,
the geometries of churches and palaces,
the flavours of a land fermented by sweat and tears
and I get high on the Nativity scene light
when new eyes overlook
from your hills smiling with joy
staring at ancient beauties
and dreaming of years written on memories.

I sing of rustic landscape expanses
where the old carob tree still tells stories
of gleanings in the fields, a love being consumed
under the burning sun,
everlasting values entrusted
to generations of men.

I sing about love of famous children
you consecrated on the altars,
now that the hourglass allowed justice to be done.

Like an old immigrant
whose cheeks were beaten by thankless wounds,
I come back to you:

I will start to love you again!


MODICA

Canto il tuo nome
nelle città dove il sole è un sogno
e il mare un desiderio di sempre;
sento l’orgoglio dei miei Padri
che hanno lavorato la pietra,
l’orologio del Castello affacciato sul Corso
rimasto muto da secoli.

Canto gli intarsi barocchi dei tuoi vicoli,
le geometrie di chiese e di palazzi,
i sapori della terra fermentata dal sudore
e m’inebrio della luce del presepe
quando nuovi occhi s’affacciano
dalle tue sorridenti colline
per fissare bellezze antiche
e sognare anni trascritti nei ricordi.

Canto agresti distese di paesaggio
ove il vecchio carrubo racconta ancora
spigolature di campi, l’amore consumato
sotto il sole cocente,
perenni valori consegnati
a generazioni d’uomini.

Canto l’amore di figli illustri
che hai consacrato sugli altari,
ora che la clessidra ha fatto la sua giustizia.

Come vecchio emigrante
con le guance percosse da ingrate ferite,
a te faccio ritorno:

per ricominciare ad amarti!

Tra le poesie scelte dalla rivista, due riguardano personaggi illustri degli Iblei: Quasimodo e Bufalino. Come nasce il suo interesse per Quasimodo?

Quasimodo è un poeta del Novecento che ha suscitato in me attenzione, direi anche emozione, sia dai miei anni di frequenza, negli anni ‘70,  del Liceo Classico “T. Campailla” di Modica, un Liceo con un retaggio storico importante. Avevo un docente di lettere – poeta, Saverio Saluzzi; è stato lui a farmi innamorare della poesia;  Quasimodo, insieme a Montale e Ungaretti,  fu uno dei primi miei punti di riferimento. Il fatto che Quasimodo fosse nato a Modica, in quel tempo le Antologie di Letteratura lo davano, erroneamente, nato a Siracusa, non costituiva per me alcun fattore determinante; il mio interesse per Quasimodo nasceva dalle sue tematiche, dal suo rapporto con la parola poetica, molto fascinosa, allusiva, elegante, dall’esaltazione della nostra terra di Sicilia, dalla sua traduzione dei lirici greci, tutti temi che, nonostante la mia giovane età di liceale che amava la poesia, mi coinvolgevano emotivamente ed esistenzialmente. 
Tutto questo mi ha spinto poi nel 2005 a creare il circolo culturale Caffè Letterario Quasimodo a lui intestato, e nel 2006 a pubblicare il libro “Quel Nobel venuto dal Sud. Salvatore Quasimodo tra gloria ed oblio”, tradotto nel 2011 in lingua rumena dal poeta e italianista Geo Vasile.  La poesia che è stata pubblicata dalla rivista Atunis è una parafrasi di Ed è subito sera: all’orizzonte della solitudine quasimodiana preferisco quello della speranza.

TO SALVATORE QUASIMODO

Everyone rolls into a ball a thread of fears
lying under the misty haze:
and their soul becomes clay for hope.

A SALVATORE QUASIMODO

Ognuno raggomitola fili di paure
disteso tra la nebbia brumale:
e l’anima si fa creta di speranza.

E la poesia dedicata a Bufalino cosa esprime?

Con Bufalino, quando ero ancora trentenne, ho avuto qualche sporadica corrispondenza; prima che raggiungesse il successo letterario egli viveva appartato ed era molto riservato; persona di animo gentile, conservo una cartolina che mi spedì per ringraziarmi dell’invio di una mia raccolta poetica. 
Nella poesia che gli ho dedicato evidenzio la sua amabilità e rievoco le sue parole che descrivono la bellezza di Modica.

TO GESUALDO BUFALINO
With a few lines trembling , I find you
in the light of my memories, a man, a story,
a life all dressed with reading.
You, shy, you, glorious in later life:

only the hourglass could reap justice.
In a construction of words and contorted Baroque
style, but fresh with liveliness and feelings
you’re a universal heritage among the famous.

I do recall now your words about Modica
and read glimpses of a landscape, in Comiso
I approach your books, sustaining the weight
of stories and passions contained inside
the inimitable pages of your novels and short stories.

A GESUALDO BUFALINO
Con il tremolìo di poche righe, ti ritrovo nella luce
del mio ricordo, un uomo, una storia,
una vita vestita di letture.
Tu, schivo, tu in gloria a tarda età:

solo la clessidra ha mietuto la giustizia.
In una costruzione di parole e di barocco
contorto, ma fresco di vita e sentimento
rimani tra i grandi patrimonio universale.

Io ti rievoco nelle tue parole per Modica
e rileggo squarci di paesaggio, a Comiso
mi accosto ai tuoi libri che portano il peso
di storie e di passioni racchiuse dentro
le inimitabili pagine di romanzi e di racconti.

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